Lo Studio CONVERSANO s.r.l. opera, con esperienza ultradecennale, nei settori della progettazione urbanistica, architettonica, ingegneristica.
TITOLO: INTERVENTO PER LA ESECUZIONE DEI LAVORI DI “RECUPERO STATICO DELLA CAVA SANTA LUCIA”
CLIENTE: COMMISSARIO DI GOVERNO DELEGATO PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO NELLA REGIONE PUGLIA
LUOGO: CAVA SANTA LUCIA – COMUNE DI CASSANO DELLE MURGE (BA)
ANNO: 2020 – 2021
SERVIZIO: DIREZIONE LAVORI
Le opere sono finalizzate al consolidamento statico delle pareti di cava fessurate, ed alla regimazione delle acque di superficie a valle della cava, al fine di evitare l’aumento della portata d’acqua meteorica lungo la viabilità adiacente e fin nelle zone abitate sottostanti.
L’intervento sarà esteso a tutto il fronte cava che si estende per più di 160 metri lineari, compreso del “ravaneto”.
L’intervento prevede la messa in sicurezza della cava dai possibili crolli, sgretolamenti e frantumazioni di parti rocciose delle pareti sub-verticali e si svolge attraverso tre fasi principali:
1) bonifica delle pareti rocciose mediante rimozione della vegetazione esistente e disgaggio di massi, blocchi o lastre pericolanti;
2) sarcitura della parete esterna di versante per mezzo di fori e tubi per iniezione e riempimento delle cavità;
3) rivestimento delle scarpate in roccia con rete metallica in maglia esagonale a doppia torsione;
4) ancoraggio con barre d’acciaio filettate del diametro di 28mm previa perforazione e iniezione di boiacca cementizia.
Per i versanti la cui pendenza massima è inferiore a 60° si prevede la messa in atto di un sistema antierosivo che consiste nell’inerbimento delle superfici da trattare mediante semina di piante erbacee a radicazione profonda, in grado di bloccare l’erosione idrica ed eolica e di contrastare la desertificazione.
L’idrosemina a radicazione profonda incrementa la resistenza al taglio del terreno e il fattore di sicurezza, protegge e impermeabilizza i versanti in caso di precipitazioni intense. Questo contribuisce a proteggere il terreno trattato da fessurazioni e crepacciamenti dovuti a fenomeni di ritiro, grazie alla capacità di ombreggiamento, mantenimento dell’umidità e riduzione di sbalzi termici. I versanti trattati vengono di fatto trasformati da un terreno fragile in un sistema plastico “terreno-radici”.
TITOLO: INTERVENTI DI SISTEMAZIONE IDRAULICA CONTRADA VASCE – 1° STRALCIO
CLIENTE: COMUNE DI GALATONE (LE)
LUOGO: “VASCE” - GALATONE
ANNO: 2022 – IN CORSO DI REALIZZAZIONE
SERVIZIO: PROGETTAZIONE ESECUTIVA – DIREZIONE LAVORI – CSP – CSE (IN RTP)
Nel recente passato si sono verificati almeno 2 eventi che posso essere utili a tarare la modellazione idraulica dello stato di fatto del territorio comunale. In particolare, gli eventi documentati in rete sono i seguenti:
- l’evento del 24 settembre 2015 che ha provocato l’allagamento di Piazza San Sebastiano;
- l’evento del 06 ottobre 2014 che ha provocato disagi e allagamenti sulla Via per Nardò.
Il primo ha prodotto un accumulo delle acque in una zona morfologicamente più depressa mentre il secondo ha prodotto un deflusso concentrato; entrambi con parametri idrodinamici non trascurabili (tirante nel primo caso e velocità nel secondo).
Dalle analisi condotte allo stato di fatto, e sulla linea tracciata dal progetto di fattibilità tecnico economica, in mancanza di un recapito finale superficiale (reticolo gerarchicamente superiore) di idonea capacità ricettiva è stata adotta la scelta di realizzare uno stoccaggio dei volumi di piena che interessano il paese dislocando le vasche, a differenza di quanto previsto dal PTFE, sui rami principali di deflusso superficiale, in maniera tale da non concentrare un unico volume di accumulo in singolo punto in quanto dalle analisi ante operam (stato di fatto) si è dimostrato che non si può realizzare un'opera che intercetta in una sola zona tutto il deflusso del bacino 1 se non nel punto di convergenza delle diverse linee di deflusso localizzato nel centro urbano dove, per ovvi motivi, è impossibile la realizzazione di tale intervento.
Concentrare tutto il volume in una singola zona comporta la realizzazione di un'opera importante sia per le profondità di scavo che per le superfici da impiegare molto più impattanti rispetto alla realizzazione di più opere diffuse sul territorio.
Per quanto sopra si è adottata la scelta di realizzare n° 8 vasche di accumulo aventi volumi diversi in base ai rami dei deflussi di interesse e dislocate sul territorio secondo lo schema riportato di seguito.
il filo conduttore seguito per tutte le scelte progettuali è stato appunto quello di realizzare delle opere il più possibile simili a quelle che caratterizzano il territorio stesso al fine di diventarne parte integrante e integrata nel contesto paesaggistico oltre che funzionale.
La posizione e la conformazione geometrica di ogni singola vasca sono state attentamente studiate, sulla base delle curve di livello, in modo tale da massimizzare i volumi di accumulo dei deflussi da un lato e di minimizzare il volume di scavo dall’altro. Per quel che riguarda la forma si procederà, imitando le cave di prestito presenti sul territorio, con la realizzazione di fronti di scavo pressoché verticali, data la presenza di roccia che lo consente, e con la sagomatura di opportune gradonate larghe circa 1,5 m e alte circa 2,00 m laddove il dislivello tra piano campagna e fondo scavo è superiore ai 3,00 m.
Lungo il perimetro delle vasche, per mantenere e valorizzare gli elementi caratteristici del paesaggio è stato previsto, laddove possibile e necessario, il ripristino di alcuni muretti a secco e/o la realizzazione di nuovi muretti a secco.
Nei tratti lungo il perimetro delle vasche in cui si prevede la presenza del deflusso idrico in ingresso alla vasca è stato previsto il posizionamento di staccionate in legno che da un lato consentono il libero deflusso dell’acqua e dall’altro fungono da protezione rispetto al rischio di caduta in vasca.
Sul fondo delle vasche saranno realizzati dei pozzi disperdenti, realizzati mediante trivellazione di diametro 150 mm e profondità 20 m, per garantire il rapido svuotamento delle vasche al termine dell’evento di piena e rendere i volumi nuovamente disponibili, nel caso di eventi di piena in rapida successione.
I piccoli invasi artificiali che si verranno a creare saranno interessati da sistemazioni a verde. La scelta delle essenze vegetali da impiantare è stata condotta considerando aspetti tecnici – operativi quali esigenze climatico-ambientali delle piante, connessione con i caratteri tradizionali del territorio agricolo circostante, miglioramento della qualità ambientale dell’area, normativa regionale e comunitaria che stabilisce il divieto di impianto delle specie vegetali ospiti del batterio Xylella fastidiosa subsp. Pauca.
TITOLO: CONSOLIDAMENTO DELLE GROTTA GROTTA “PORCINARA” E DELLA GROTTA “DEL DIAVOLO”
CLIENTE: CASTRIGNANO DEL CAPO - SANTA MARIA DI LEUCA (LE)
LUOGO: CASTRIGNANO DEL CAPO - SANTA MARIA DI LEUCA (LE)
ANNO: 2022 – IN CORSO DI REALIZZAZIONE
SERVIZIO: PROGETTAZIONE ESECUTIVA – DIREZIONE LAVORI – CSP – CSE (IN RTP)
Punta Ristola è una delle due terminazioni che caratterizza, configurandolo da un punto di vista geomorfologico, il promontorio del Capo di Santa Maria di Leuca. Riveste grande interesse scientifico sia archeologico sia geomorfologico: “Punta Ristola” è nota alla comunità internazionale per la presenza di due siti quali la grotta del Diavolo ed il deposito fosforitico noto sin dalla fine del 1800.
La Grotta Porcinara e la Grotta del Diavolo conservano, al proprio interno, graffiti, sedimenti, corpi di frana, concrezioni, reperti paletnologici e, paleontologici, ecc., tracce delle principali trasformazioni ambientali verificatesi nel Salento negli ultimi 500 mila anni e della evoluzione preistorica delle culture umane.
La messa in sicurezza è quindi avvenuta su tre fronti: la messa in sicurezza delle due grotte e la messa in sicurezza del costone roccioso. Per la messa in sicurezza della Grotta del Diavolo la soluzione adottata comporta l’effettuazione dei lavori di consolidamento dall’alto in condizioni di sicurezza; la scelta dei materiali utilizzati (aste di fibra di carbonio, malte pozzolaniche di riempimento, finitura con scaglie di roccia) offrono garanzia di durata praticamente illimitata, di modesto impatto sul costone roccioso (i fori di consolidamento sono di diametro ridotto proprio perché si è optato per aste di fibra di carbonio da mm. 12), e di impatto nullo sotto l’aspetto visivo poiché i fori saranno sigillati con scaglie della stessa roccia provenienti dai fori.
Tale intervento è stato prioritario rispetto ad ogni altro per la grande frequentazione estiva del luogo, ad onta di ogni segnalazione di pericolo. La valenza archeologica e geologica del sito ne fa peralto una emergenza di assoluto valore.
Si è proceduto quindi, esaminato il costone roccioso con estrema attenzione, a prevenire le situazioni puntuali di pericolo attraverso l’abbattimento di massi instabili e a delimitare con balaustra le zone più pericolose lasciando così che i fenomeni di crolli naturali seguissero il loro corso. Si è preferito rispettare l’ambiente e i relativi processi dettati dal normale evolvere del tempo piuttosto che porre in essere interventi massivi (di consistenti demolizioni di parti del costone pericolanti) che in ogni caso avrebbero avuto un significativo impatto sul costone.
I materiali utilizzati per la balaustra (montanti in legno e trefoli in acciaio inox) sono tali da garantire una lunga durata anche in un ambiente aggressivo come quello costiero.
TITOLO: ANALISI DELLE VULNERABILITA' E PREVISIONI INTERVENTI VOLTI AL MIGLIORAMENTO SISMICO DELLA GUGLIA DI SOLETO
CLIENTE: SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVINCIE DI BRINDISI, LECCE E TARANTO- MIC
LUOGO: SOLETO (LE)
ANNO: 2022 – 2023
SERVIZIO: PROGETTAZIONE ESECUTIVA
Oggetto del presente progetto esecutivo è la Guglia di Raimondello, opera monumentale realizzata
in adiacenza alla Chiesa di Maria Santissima Assunta di Soleto (LE).
La guglia, si affaccia su tre lati (nord, ovest e sud) sullo spiazzo presente tra via Raimondello Orsini
e Piazza Cattedrale, il lato est è contiguo al prospetto della Chiesa di Maria Santissima Assunta.
La guglia, ad oggi, è sostanzialmente inaccessibile in quanto l’unica apertura presente al primo livello, posta sul lato nord, risulta murata. Altro sistema di accesso all’interno della guglia sarebbe rappresentato dalla bifora del terzo livello sul lato est, raggiungibile dalla copertura della Chiesa ma anch’essa non è utilizzabile in quanto la struttura metallica interna alla guglia, che in linea teorica dovrebbe consentire con un sistema di scale metalliche di raggiungere dall’interno i livelli più alti, si presenta gravemente corrosa e non praticabile in quanto non garantisce le condizioni minime di sicurezza.
Nella fase dei rilievi si è potuto accedere alla guglia a seguito della temporanea rimozione dei blocchi di muratura che chiudono l’apertura del primo livello sul lato sud.
Considerato lo stato attuale, con fessure diffuse ed elementi che potrebbero rappresentare potenziale pericolo per la pubblica incolumità, necessario, un completo intervento di verifica del rischio sismico e riduzione della vulnerabilità, oltre naturalmente al restauro della guglia stessa.
Gli interventi di progetto possono essere sinteticamente riassunti come di seguito.
- rimozione della vegetazione e pulitura con biocidi dei paramenti murari esterni;
- scuci cuci porzioni di muratura;
- sarcitura di lesioni mediante iniezioni locali di malta di calce;
- ristilatura dei giunti dei paramenti murari esterni;
- cerchiatura delle aperture con elementi in acciaio;
- smontaggio, restauro o sostituzione e rimontaggio con rinforzo metallico di tutte le colonne decorative;
- cerchiatura in acciaio alla base del livello con sezione ottagonale.
TITOLO: CHIESA DI SANT'ANTIMO - TORRE CAMPANARIA IN MONTEPAGANO VERIFICA DEL RISCHIO SISMICO, RIDUZIONE DELLA VULNERABILITA, RESTAURO
CLIENTE: MiC DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO, SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVINCE DI CHIETI E PESCARA
LUOGO: ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) - FRAZIONE MONTEPAGANO
OGGETTO: CHIESA DI SANT'ANTIMO - TORRE CAMPANARIA IN MONTEPAGANO
ANNO: 2022 - in corso di realizzazione
SERVIZIO: PROGETTAZIONE ESECUTIVA – DIREZIONE OPERATIVA – CSP – CSE
L’oggetto della progettazione è la torre campanaria situata nel borgo storico di Montepagano, frazione di Roseto degli Abruzzi (TE). L'accesso alla torre è garantito da una porticina in legno posta sul lato sud, su Corso Umberto I; entrando da tale accesso, un sistema di rampe di scale in muratura consente di raggiungere il solaio in putrelle e voltine, su cui sono poggiati i meccanismi dell'orologio e il solaio a botte posto a livello delle campane.
La torre campanaria ha subito, nel corso dei secoli, diversi eventi significativi dal punto di vista strutturale. Gli eventi sismici del 2009 (epicentro L'Aquila) e del 2016 (epicentro Amatrice) sono stati avvertiti nel territorio di Montepagano e la torre ha subito importanti dissesti che hanno portato alla messa in sicurezza urgente della torre con le opere provvisionali e di cerchiatura e visibili al giorno d'oggi.
Gli interventi di progetto possono essere sinteticamente riassunti nello smontaggio e rimozione delle opere provvisionali presenti, comprensive di puntelli in legno, puntelli in acciaio, sistemi di ancoraggio con fasce e cricchetti, sistemi di cerchiatura con tiranti metallici; la rimozione delle travi metalliche a croce presenti nei livelli più alti che hanno causato notevoli danni alle murature della torre in occasione dei recenti eventi sismici; il rinforzo delle murature dei primi livelli mediante iniezioni, dall’interno della torre, di malte a base calce; il rinforzo delle murature al livello delle campane e al livello ottagonale mediante la tecnica reticola della ristilatura armata dei paramenti esterni associata all'intonaco armato interno con rete in fibra di vetro; il rinforzo interno e collegamento al rinforzo dei livelli inferiori all'interno della guglia di copertura mediante l'applicazione di intonaco armato con rete in fibra di vetro; la cerchiatura delle aperture con elementi in acciaio; lo smontaggio e rimontaggio con imperneazione dei quattro pinnacoli presenti sulla copertura del livello con le campane e rifacimento della copertina protettiva; l’inserimento catene in acciaio inox con capochiave a paletto in sommità ai livelli secondo, terzo e al livello con le campane; l’inserimento catene in acciaio inox con capochiave a piastra angolare in sommità al livello con sezione ottagonale; la cerchiatura in acciaio alla base del livello con sezione ottagonale.
TITOLO: LAVORI DI RESTAURO E VALORIZZAZIONE DEL MUSEO NAZIONALE JATTA A RUVO DI PUGLIA (BA)
CLIENTE: MIBACT - DIREZIONE GENERALE MUSEI DIREZIONE REGIONALE MUSEI PUGLIA
LUOGO: RUVO DI PUGLIA (BA)
ANNO: 2020 – 2023
SERVIZIO: : PROGETTAZIONE STRUTTURALE E SPECIALISTICA E COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE
Il Museo Nazionale Jatta in Ruvo di Puglia (BA) è inserito all’interno del palazzo che conserva il nome dei proprietari committenti ed è oggi frazionato in diverse proprietà, di cui la parte museale è collocata al piano terreno, ad ovest del cortile d’ingresso, di proprietà del MiBACT a seguito di due atti di compravendita (risalenti al 1990 e al 1991). Il Museo Nazionale Jatta è rappresentativo della cultura archeologica del XIX secolo, che aveva come obiettivo la conoscenza e la catalogazione scientifico-positivista del passato. Si tratta di un rarissimo esempio per la Puglia di collezionismo provato che è sfociato in un’opera di attenta catalogazione confluita nella pubblicazione del “Catalogo della collezione” (Napoli, 1869).
La parte espositiva si sviluppa in quattro sale, disposte lungo la facciata prospiciente il giardino retrostante del palazzo. La prima sala espone in prevalenza vasi di terracotta con decorazioni geometriche, risalenti all’età peuceta del VII-VI sec. a. C., oltre a un dolio ricomposto e un sarcofago di tufo con all’interno dei reperti non verniciati; la seconda sala contiene circa 700 vasi a figure rosse su fondo nero, di produzione greca o locale; nella terza sala, contenente oltre 400 pezzi, si trovano alcuni importantissimi crateri proto-italioti del IV sec. a. C.; la quarta sala raccoglie circa 270 reperti, tra cui preziosi crateri e il più famoso vaso di Talos.
All’interno delle sale, a corredo dell’esposizione, si trovano addossate ai muri d’ambito vetrine di legno di differenti altezze, riquadrate da cornici piuttosto semplici. All’interno delle vetrine è conservato un gran numero di rhyta, bicchieri e vasellame.
Nella progettazione del sistema di illuminazione è stata avviata una suddivisione dell’ambiente museale in zone distinte in modo da definire le singole esigenze visive da soddisfare in ciascuna zona identificata. A seconda dell’esigenza dello spazio e delle funzioni che vi si devono svolgere, vengono inizialmente definiti i livelli di illuminamento, tenendo conto ovviamente anche delle indicazioni conservative. I livelli di illuminamento necessari in ogni zona determinano uno schema della distribuzione della luce nello spazio il quale risponde a criteri funzionali (i compiti visivi da svolgere, i limiti imposti dalle esigenze conservative) ma non ancora a criteri legati al comfort o a particolari aspettative scenografiche-emozionali.
Ogni stanza del museo è stata suddivisa in tre zone distinte da illuminare ossia:
1. L’intera stanza che ospita le teche e i vasi
2. Le teche che contengono alcuni reperti
3. Le opere “singole” ovvero i vasi esposti in ogni stanza
Per le prime due zone si è pensato di utilizzare un tipo di illuminazione diffusa ossia non diretta sui singoli oggetti presenti in modo da eliminare le ombre garantendo una fruibilità visiva a tutto sesto su ogni opera.
Nella terza zona, ossia quella dei vasi è stata scelta un tipo di illuminazione diretta sugli oggetti per accentuandone le peculiarità e la particolarità. L’idea è che durante la visita un’illuminazione accentuata su determinate opere orienta l’attenzione in modo particolare su di esse, scandendo così un ritmo nella visita. La scelta, in questo caso è quella di fasci di luce ristretti che fanno apparire gli oggetti come dei solisti nell’ambiente. Con la luce orientata si ottiene, inoltre, una maggiore brillantezza delle superfici e si crea un espressivo gioco di luci ed ombre.
Per ottenere l’illuminazione delle zone individuate precedentemente sono stati scelti appositi dispositivi di illuminazione e posizionati in modo da garantire i livelli di illuminazione e le prestazioni già discusse in precedenza. Ogni dispositivo è, inoltre, dotato di alimentatore dimmer DALI regolabile per creare scenari di luce specifici con l’intervento sul singolo corpo illuminante.
Particolare attenzione è stata posta alla miniaturizzazione degli elementi impiantistici.
Il miglioramento strutturale è stato ottenuto con l’inserimento di catene del tipo “bossong” per non invadere la parte del palazzo ad uso privato della famiglia Jatta.
Lo Studio CONVERSANO s.r.l. può vantare, attraverso le specifiche professionalità che lo costituiscono, una consolidata esperienza specialistica integrata. Il team di lavoro è strutturato in modo complementare e tale da realizzare le migliori sinergie professionali e fornire servizi di massima qualità.
Lo Studio CONVERSANO s.r.l. si avvale inoltre di numerose collaborazioni con professionisti esterni per prestazioni specialistiche nell’ottica di fornire sempre proposte progettuali complete e integrate.
I settori di attività prevalente sono:
• Progettazione, direzione lavori, coordinamento della sicurezza per la realizzazione di grandi infrastrutture e di grandi opere.
• Pianificazione territoriale ed urbanistica.
• Progettazione, direzione lavori, coordinamento della sicurezza nell’ambito del restauro di immobili e degli interventi di rigenerazione dei contesti storici.
• Verifiche sismiche e consolidamenti strutturali in particolare di beni vincolati.
• Studi di fattibilità, progettazione, direzione lavori, coordinamento della sicurezza relativamente ad opere di edilizia residenziale, commerciale, terziaria, assistenziale ed industriale.
Contatti
Studio Conversano srl via Roma, 40 - Alezio (LE) -
tel. 0833 1867592 - email: info@studioconversano.net - pec: studioconversanosrl@legalmail.it
CLIENTE: COMUNE DI ALESSANO (LE)
LUOGO: CENTRO STORICO DI ALESSANO
ANNO: 2019
SERVIZIO: PROGETTAZIONE ESECUTIVA
L'idea forza del progetto può essere sintetizzata nel motto attraversare per conoscere.
L'idea fondante il progetto è quella di riammagliare tutte le parti del borgo antico per integrarle
tra loro e per far vivere al visitatore un percorso esperienziale totale, "sfruttando" l'indubbia suggestione della devozione a Don Tonino Bello, obiettivo della maggior parte delle visite turistiche della città, per promuovere percorsi alternativi, storico-culturali, alla scoperta delle bellezze del territorio.
La proposta progettuale ribalta l'ingresso al centro del borgo antico di Alessano spostandolo da Piazza Don Tonino Bello a via Portanova. In tal modo i visitatori sono costretti ad un percorso obbligato che passa da piazza Mercato/piazza Castello fino all'antico quartiere della Giudecca, a piazza Oronzo Costa e, attraverso via Comneno con i suoi palazzi storici e il tessuto residenziale minuto, fino a giungere in Piazza Don Tonino, la chiesa del SS Salvatore, il MIMAC (Museo Internazionale Mariano di Arte Contemporanea), la scuola di Pace, la Fondazione e la casa di Don Tonino Bello, meta ultima del pellegrinaggio.
Si tratta inoltre di condurre i visitatori attraverso un percorso storico mettendo in comunicazione
due delle porte più antiche della città (le porte della città erano quattro: quella principale, detta Porta Maggiore, era situata a sud, vicino alla Cattedrale; a est si aprivano due porte, la Porta di S. Maria o Portìcella, e la Porta Nuova, che collegavano l'abitato con una importante via di comunicazione; ad ovest, verso il rilievo montuoso alle spalle della città, si apriva la Postergala) e il centro del borgo al feudo fuori dal borgo.